lunedì 30 ottobre 2017

REPORTAGE DEGLI INCENDI AL CAMPO DEI FIORI DI VARESE


Questo weekend sono stato in Zona Laghi a documentare la drammatica situazione degli incendi. Un compito che non avrei mai voluto vedere e che stupisce ancor di più se pensiamo che dovremmo essere nel periodo più piovoso dell’anno.
Le foto sono state scattate da me in data 29 ottobre tra i comuni di Azzate, Albizzate, Bodio, Galliate Lombardo e Cazzago Brabbia.



Un paio di considerazioni.
La prima è di natura climatica: è vero che non è la prima siccità presente in territorio italiano, né l’unica dell’autunno, ma è altresì vero che difficilmente si può far peggio del 2017 in termini di disponibilità di acqua da nord a sud. Un’annata veramente nera che continua a far parlare di sé, dopo un inverno secco, la terza primavera più secca di sempre, un’estate rovente e un mese di ottobre da annali per la secchezza (con davvero pochi eguali nella storia del clima italiano): dovesse fare un inverno piovoso i danni sarebbero comunque notevoli anche nel 2018. Viceversa, se dovesse prolungare questo status anche nell’inverno sarà un grosso problema la disponibilità idrica nell’estate 2018, visto l’inequivocabile trend termico del nostro semestre estivo.

La seconda considerazione è politico-economica. Ma vogliamo fare sta benedetta prevenzione? Lo so, sono un provocatore, ma anziché buttare soldi pubblici in mille cose inutili (grandi infrastrutture dubbie, opere incompiute, nuovi centro commerciali, sprechi di denaro ecc.), potremmo incentivare la prevenzione, a cominciare dalle scuole, agli enti locali e provinciali. Come? Ecco alcuni esempi: investire su manutenzione boschi, promuovere opere di conservazione dell’acqua (queste sì utili!) che permettano di mantenere riserve idriche per anni infausti come questo, investire su impianti idrici efficienti, aumentare sensibilmente stipendi e forniture delle forze di pubblica sicurezza, tutelare di più parchi e boschi, inasprire pesantemente le pene per chi provoca incendi dolosi (anni di galera e costo di risanamento a carico del criminale). 
La politica e le amministrazioni DEVONO pensarci, anziché rimpallarsi spesso le colpe come sovente accade.
Un grazie sentito va a chi rischia costantemente la vita, alle forze dell’ordine, ai volontari e a tutti quelli che sono riusciti in tempo a fermare il nuovo divampare di incendi (ricordo che il Centro Geofisico Prealpino rischiava di essere coinvolto).



Cosa possiamo fare tutti nel nostro piccolo? Piantare un albero, io l’ho già fatto diverse volte, non costa nulla ed è un piccolo modo per contribuire a dare nuova vita.

Se tutti gli abitanti della Terra piantassero anche un solo albero in un anno (ripeto, uno solo in un anno) e li mettessimo a 5 metri di distanza l’un l’altro, avremmo ogni anno circa 175000 km2 di foreste nuove, metà Italia per intenderci. Pensiamoci.










mercoledì 18 ottobre 2017

ALPI SPOGLIE DI NEVE: UN RAFFRONTO TRA 2010 E 2017

Un confronto agghiacciante (e non è un gioco di parole): le due foto, messe a confronto da me e prese cortesemente da NASA Eosdis Worldview SAT MODIS (colori reali) dimostrano lo stato pietoso delle riserve nevose delle nostre Alpi.
Siccità continua, estate caldissima, mesi secchi e soleggiati: ecco le conseguenze.
Le due foto sono della seconda metà di ottobre del 2010 (sopra) e della seconda metà di ottobre 2017 (sotto).
Non penso servano ulteriori parole. Commentate pure voi.



Gentili Utenti: siete stati tantissimi a commentarmi e a visualizzare questo articolo. Vi invito a seguirmi nella mia pagina Facebook dove tratto simultaneamente di meteorologia e fotografia.



domenica 1 ottobre 2017

ANNO IDROLOGICO 2017: UN ANNO NERO PER (QUASI) TUTTA ITALIA

Il giorno 30 settembre s’è concluso l’anno idrologico 2017: ricordo che, dal punto di vista temporale, si intende il periodo che va dal 1° ottobre fino al 30 settembre dell’anno successivo, proprio perché si tende a far iniziare quando ci sono (o ci dovrebbero!) essere grandi piogge e si conclude con la fine del periodo di ablazione dei ghiacciai.


Paesaggio a cui siamo sempre più abituati in estate (e che forse vivremo ancora di più in futuro): foto riferita alla Sardegna, giugno 2017 (cortesia AmbienteInforma SNPA)



Tutti noi ci siamo accorti della severa siccità occorsa nell’estate 2017, la quale, a parte locali eccezioni alpine, ha interessato tutto lo Stivale, con conseguenze serie su colture e aridità dei terreni. Pochi, però, ricordano che il vero problema di quest’anno non è stata l’estate, o meglio non è stato l’unico problema. La siccità del 2017 non è nata affatto in estate, bensì in inverno. Lo scorso inverno, infatti, c’è stata una gravissima penuria d’acqua, che è arrivata a un impressionante -95% su DUE MESI (dicembre e gennaio) su vastissime aree italiane, soprattutto del Nord Ovest. La primavera è stata anch’essa piuttosto siccitosa e soprattutto estremamente soleggiata: queste due caratteristiche hanno inciso tantissimo già sulla disponibilità idrica. Se poi ci mettiamo la seconda estate più calda di sempre a livello italiano…ecco che la frittata è fatta!




Precipitazione cumulata nell'anno idrologico 2017 (estremamente arido) in relazione al 2009 (estremamente piovoso) per un'area comprendente parte delle province di Parma e Piacenza (cortesia ArpaEMR): 467 mm caduti nell'area in questione contro gli 853 della media. Stiamo parlando di 386 mm di deficit su un anno: è un valore enorme? Seguitemi nel mio ragionamento: se prendiamo un deficit analogo su un'area grande come l'Emilia Romagna (22453 km2) e 1 mm equivale a 1 l/m2 (un litro su metro quadro, purtroppo questo sito non ha notazione scientifica), il deficit idrico della regione è di 22453 * 10^6 * 386 = 8.7 * 10^12, ovvero sono mancati circa NOVE MILA MILIARDI DI LITRI DI ACQUA: decidete voi l'aggettivo giusto).




Inoltre l’anno idrologico 2017 è stato il terzo consecutivo senza abbondanza di precipitazioni; 2015 e 2016 infatti erano stati leggermente sotto media, mentre quest’ultimo è stato estremamente secco.

Una considerazione importante: in riferimento alle regioni settentrionali, stiamo vivendo un cambiamento del regime precipitativo, con un mese estremamente piovoso alternato a tanti mesi altrettanto secchi. L’esempio dell’anno 2017 idrologico è lampante: ottobre e soprattutto novembre 2016 piovosissimi, dicembre e gennaio aridi, primavera secchissima con quasi tutte le piogge concentrate in 20 giorni a cavallo di aprile e maggio, estate arida con rapidi impulsi ricchi di nubifragi, settembre di nuovo piovosissimo (anche se non per tutti): un clima così era tipico del meridione qualche decennio fa e ora fa parte anche del settentrione, un migliaio di km più a nord. Chi ha orecchie per intendere intenda.

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