martedì 30 gennaio 2018

Nebbie e inversioni termiche: quando la Pianura Padana si auto-produce il freddo

Le alte pressioni invernali ben strutturate sono spesso sinonimo di nebbie fitte e persistenti sul catino padano e nei fondovalle del Centro Italia. 

L’immagine qui sopra riprodotta, a cura della NASA Eosdis Worldview SAT MODIS (ritagliata da me), rappresenta appieno questa teoria.
Vi faccio notare lo stato nevoso delle nostre catene montuose: le Alpi sono ottimamente innevate ma solo a quote (troppo) alte, causa i continui fronti da O/NO che hanno impattato la barriera alpina nel mese di gennaio (e che hanno originato frequenti episodi di venti di caduta responsabili di temperature sovente primaverili). Gli Appennini,invece, causa flussi perturbati troppo settentrionali, hanno un deficit nivometrico importante (addirittura si nota la copertura nevosa quasi del tutto assente, a parte locali eccezioni tra lo spartiacque tosco-emiliano).


A testimonianza di ciò, vi propongo una foto scattata ieri 29 gennaio alle ore 14.00 circa nelle campagne a sud di Milano: la visibilità era di circa 100 metri e la temperatura di circa +4°C, più bassa della Grigna (2.410 mslm): insomma se il freddo sinottico latita, la Pianura Padana riesce sempre ad “auto-prodursi” il freddo locale.

mercoledì 10 gennaio 2018

TEMPORALI A GENNAIO NEL NORD ITALIA: UN EPISODIO ECCEZIONALE.

Nottata veramente insolita quella tra l’8 e il 9 gennaio: una particolare configurazione sciroccale, con una vasta ara ciclonica a ovest del Mar Ligure, ha consentito una imponente risalita di aria molto mite dal Nord-Africa, con umidità alle stelle e punti di rugiada insoliti (ovviamente per la stagione); in serata, al sopraggiungere di refoli di aria (relativamente) fredda e più secca da est, si è originato un vero e proprio sistema multicellulare di rovesci e temporali, che ha coperto un’area vastissima (si vedano la figura sotto).


Figura 1: tappeto di fulmini la sera dell'8 gennaio (BlitzOrtung): intensità ed estensione davvero fuori media.


Di seguito tutte le anomalie di questo evento (e sottolineo che la sua eccezionalità sta proprio che sono state tutte insieme e tutte inusuali per il mese di gennaio, RIFERITE AL NORD ITALIA).

     1)      Minime esagerate di 9-11° (a fronte di medie tra -1 e -3)
     2)      Dew Point -se possibile- ancora più esagerati, 9-13° (si vedano le figure)
     3)      Gradiente barico importante che ha originato raffiche di scirocco veramente inusuali per la Lombardia
     4)      Aria ricchissima di polveri sahariane che ha ulteriormente contribuito all’originarsi delle scariche temporalesche

Tutte queste situazioni hanno portato a un vero e proprio festival di temporali, con valori di 11° a mezzanotte, sotto intense raffiche di vento e con varie aree soggette a grandinate.
Colpa del riscaldamento globale? Un solo episodio non è imputabile, ma una lunga serie di episodi sì.

Concludo dicendo che un fenomeno simile è del tutto nuovo e l’unico termine di paragone è col gennaio 2007: vedere al tempo stesso anomalie termiche di 8°, del dew point di 12° e un tappeto di fulmini degno del mese di maggio è un evento su cui riflettere…




Figura 2: raffiche di scirocco davvero notevoli per la stagione e per la regione (CML)



Figura 3: valori insani di dew point (13°), tipici di giugno (CML).



Figura 4: tappeto di fulmini dall'estensione veramente inusuale per gennaio (BlitzOrtung).



Figura 5: intensità pluviometriche puntuali degne dei temporali estivi. RR di 250-300 mm/h è un valore che non ha alcuna attinenza con l'inverno in Lombardia. 



Davide Santini