Il vento di caduta è una massa d'aria che, dopo aver scavalcato un
ostacolo (come una catena montuosa),
scende rapidamente nelle valli sottostanti con le seguenti caratteristiche:
- sensibile aumento di temperatura della massa d’aria “caduta”
- bassissimi tassi di umidità relativa
- condizioni di cielo pressoché sereno (o al più con scarsa cumulogenesi in primavera)
- aria molto limpida e tersa, con ottima o eccellente visibilità
Quando la suddetta massa d'aria
incontra un ostacolo montuoso tende a salire di quota per effetto dello
sbarramento orografico, si raffredda e condensa, e genera si forma un “muro di
nubi” lungo il crinale (precipitazioni da Stau o
"sbarramento").
Una volta raggiunta la sommità della catena montuosa l'aria, (che ricordo essere un FLUIDO, quindi valgono le leggi dei
fluidi) è costretta a scendere per gravità
lungo il versante opposto della montagna,
acquistando velocità via via maggiori e generando attrito tra fluido e solido
(la catena montuosa).
La figura (cortesia di MeteoLanterna) mostra schematicamente l’effetto stau/fohn: aggiungo che il delta termico tra lato sopravento e sottovento può superare i 10°C e l’umidità passare da 100% a 15%.
- Quali sono le tipiche configurazioni da Favonio nel Nord-Ovest italiano?
1)
Ingresso freddo da nord: ammasso di nubi e
piogge forti in Svizzera, cielo limpido e clima secco in Pianura Padana
2) Ingresso umido da sud: piogge da sbarramento sulle zone prospicienti le Alpi e venti di caduta in Svizzera
3) Correnti da Ovest-NordOvest tipiche di Maestrale, dove ci sono intense precipitazioni in Francia e favonio in Piemonte
2) Ingresso umido da sud: piogge da sbarramento sulle zone prospicienti le Alpi e venti di caduta in Svizzera
3) Correnti da Ovest-NordOvest tipiche di Maestrale, dove ci sono intense precipitazioni in Francia e favonio in Piemonte
- Nel caso della Pianura Padana, quando si crea il favonio?
2) Goccia fredda in quota, con correnti da N
3) Effetto favonico: leggero vento di caduta si può instaurare allorquando le isobare siano perpendicolari (o quasi) alla Catena Alpina; non vi è un ingresso freddo, poiché sono proprio le masse d’aria stabili (anticicloni) che momentaneamente provocano il favonio (queste sono condizioni molto locali)
L’effetto favonico in realtà non nasce da ingressi freddi, ma anzi si origina da masse d’aria calda: un celebre esempio è stato il caldo dell’8-9 aprile 2011, fenomeno studiato in QUESTO MIO ARTICOLO.
Satellite del 22 ottobre 2014 (cortesia di Sat24, ripreso dal Centro Geofisico Prealpino). Immagine veramente stupenda, che mostra un eccezionale caso di favonio, originato da severe correnti da nord (anche 80 km/h in pianura, 130-150 sui 1000-2000 mslm!): si noti l’ammasso di nubi che ricopre l’intera Svizzera e tutto il Settentrione con aria limpida e senza una nuvola. Questo ingresso l’ho potuto ammirare personalmente dalle Alpi e ricordo che da Brunate (CO) si riusciva a vedere nitidamente l’Appennino: ho stimato una visibilità di oltre 300 km!!
La figura (cortesia del CML)
mostra le umidità relative di tutte le stazioni lombarde alle ore 14.56 del 24
aprile 2016: le aree con colori rosso-arancione-giallo sono interessate da
favonio; si può vedere come l’umidità relativa scenda fin sotto il 20% nelle
suddette aree.
La figura (cortesia di AsMER - EmiliaRomagnaMeteo) evidenzia come la regione sia letteralmente spaccata in due: l’Emilia sotto piogge battenti e cielo coperto, la Romagna con il cosiddetto “Garbino”, il vento di caduta appenninico. Si notino differenze termiche di oltre 10°C a parità di quota e gradiente termico impressionante sulla città di Bologna: 10°C a ovest, 18°C a est!
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