Questo episodio, di gran lunga il più intenso nel mese di
aprile degli anni 2010, non è di per sé un fenomeno eccezionale, soprattutto se
paragonato a ondate di freddo tardive della prima metà del ‘900.
Una volta cessato l’effetto favonico, grazie a un’atmosfera
estremamente secca, le temperature notturne sono scese a valori veramente bassi
per la seconda metà di aprile, come testimoniano i -3,8 °C a Masserano, -3.6 °C
a Ceva e San Damiano Borbore, i -2.3°C ad Alessandria-Lobbi record storico
assoluto per il mese (fonte: ARPA Piemonte). Al di là di queste temperature veramente
basse, dettate dalla massa d’aria artica e dal livello bassissimo di umidità,
ci si chiede come mai il mese di aprile quasi sicuramente chiuderà con valori
sopra-media importanti. A tal proposito, vi propongo le suddette
considerazioni:
1) i primi 15 giorni di aprile sono stati
esageratamente caldi, con punte di 26°C (non favonici!) in Romagna e Veneto,
altrettanto soleggiati e secchi: una breve ondata di freddo (seppur notevole
per il periodo) non riesce a compensare 15 giorni caldi.
2) i danni all’agricoltura sono stati enormi per
due motivi:
a) si veniva da un periodo molto
caldo, che ha contribuito a uno stadio di fioritura avanzato per la stagione
b) ci sono state notevoli
grandinate (come se non bastasse), enfatizzate dagli scambi termoigrometrici estremi
c) l’aria secchissima ha permesso
le cosiddette “black frosts”, cioè le temutissime gelate secche, foriere di
danni alll’agricoltura anche nel passato remoto: se le minime sono state
sottozero, valori igrometrici così bassi hanno permesso un ulteriore
abbassamento termico nei primissimi strati di suolo, vale a dire che se la
temperatura della stazione meteo (a 2 metri, NON AL SUOLO!) segnava -2°C, il
suolo poteva arrivare a -7°C, un valore tipico di inizio febbraio. È facile
capire gli immensi danni ai fiori e ai frutti.
4) il Global Warming, piuttosto, dimostra come si possano avere sempre più fenomeni estremi, non solo come eventi singoli, ma anche come andamenti termopluviometrici: passare da fine maggio a inizio febbraio in 48 ore è un fenomeno singolare anche per un mese “ballerino” come aprile
Vi ricordate nel mio articolo quando dicevo “o fa caldo per molto tempo o fa molto freddo per molto tempo (meno probabile e duraturo ma sempre possibile)”? Eccone la prova!
andamento termico di dei primi 23 giorni del mese di aprile per l'area milanese: evidentissimo il calo termico tra il 17 e il 22.
Un’ultima nota di carattere etico e non strettamente climatico: ma come è possibile che delle assurde leggi permettano di tenere i caloriferi accesi a marzo (con 26°C!) e spenti nelle notti di aprile con -3°C? Non è un’autentica follia di chi promulga le leggi e nulla sa di meteo? È da tanto tempo che dico che “l’accensione di un riscaldamento non la fa il calendario ma il buon senso”: può essere spento a marzo come acceso a maggio, basta avere il buon senso di mantenere 20-22°C costanti, a prescindere dalla stagione. Anche perché uffici ed energivori centri commerciali li accendono quando pare e piace, mentre gli abitanti che hanno il centralizzato devono patire 25°C a marzo e 17°C ad aprile. Follie all’italiana…
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