Le alte pressioni invernali ben strutturate sono spesso sinonimo di nebbie fitte e persistenti sul catino padano e nei fondovalle del Centro Italia.
L’immagine qui sopra riprodotta, a cura della NASA Eosdis Worldview SAT MODIS (ritagliata da me), rappresenta appieno questa teoria.
Vi faccio notare lo stato nevoso delle nostre catene montuose: le Alpi sono ottimamente innevate ma solo a quote (troppo) alte, causa i continui fronti da O/NO che hanno impattato la barriera alpina nel mese di gennaio (e che hanno originato frequenti episodi di venti di caduta responsabili di temperature sovente primaverili). Gli Appennini,invece, causa flussi perturbati troppo settentrionali, hanno un deficit nivometrico importante (addirittura si nota la copertura nevosa quasi del tutto assente, a parte locali eccezioni tra lo spartiacque tosco-emiliano).
A testimonianza di ciò, vi propongo una foto scattata ieri 29 gennaio alle ore 14.00 circa nelle campagne a sud di Milano: la visibilità era di circa 100 metri e la temperatura di circa +4°C, più bassa della Grigna (2.410 mslm): insomma se il freddo sinottico latita, la Pianura Padana riesce sempre ad “auto-prodursi” il freddo locale.