Meteorologia, scienza ed etica ambientale. Riflessioni scientifiche. Economia ambientale. Riscaldamento globale. Davide Santini cerca, nel suo blog, di spiegare in maniera chiara le complesse tematiche ambientali e territoriali, divulgando la cultura scientifica in ogni suo ambito.
Ieri, 27 dicembre 2016, è stato battuto un nuovo record di
temperatura massima per il mese di dicembre: 20° a Milano città sono il record
mensile dal 1793. Il dato di Milano Linate (19.6°C) non raggiunge il record del
dicembre 1967, ma rimane una temperatura altissima per il mese.
Massime veramente straordinarie nell'area tra Milano Varese e Como (cortesia CML): notare come la Grigna abbia un valore di "solo" 0.2°C, tutt'altro che storico, visto che l'anno scorso in inverno ha toccato i 14°C (a 2200 mlsm!!).
A cosa è dovuto ciò? Una vastissima struttura di alta pressione con massimi al suolo veramente impressionanti (1045-1047 hPa!) è posizionata sulla Francia, regalando sole e mitezza in tutto quel Paese: in Pianura Padana la pressione era decisamente minore; ciò ha creato un significativo gradiente di pressione (14-15 hPa) in pochi km (le isobare al suolo erano assai fitte!), generando un effetto favonico mediamente intenso.
Il problema, come ha scritto A. Corigliano, non è il suddetto effetto che ha sempre fatto parte del clima padano (e ne so qualcosa, visto che il picco è tra febbraio e aprile, statistiche fornite dal CGP di Varese), bensì la massa d'aria originaria, ovvero quella sul suolo francese, eccezionalmente mite. Un altro fatto che evidenzia questa eccezionalità (oltre ovviamente ai picchi termici) sono le UR: valori quasi da deserti, dell'ordine di 8-10% su larghe porzioni di territorio, fatto anche questo raro, che evidenziano le caratteristiche termodinamiche anomale delle masse d'aria in gioco.
Pressione al suolo incredibilmente elevata in Francia (foto presa cortesemente da A. Scambiati, fonte MeteoFrance)
Grafici (cortesia CML) relativi alla stazione amatoriale di Buccinasco: impressionante l'impennata termica di 14°C in meno di un'ora. Ieri mattina c'è stato un attimo dove Corsico segnava 4°C e Buccinasco 17° e distano un paio di km...
Chiavenna (Cortesia CML) sta diventando la "Mascotte" di questi ultimi giorni: oggi è stato il quarto giorno consecutivo con Tmax>15°C e Tmin>10°C. Notare le UR da Penisola Arabica...
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Il titolo è ovviamente un filo provocatorio, ma oggi, Natale 2016, si sono verificate sulle pedemontane lombarde condizioni termiche veramente inusuali.
Un vastissimo anticiclone sta interessando buona parte dell'Europa, ma nella zona Orientale del Continente diverse discese di aria fredda si susseguono una dietro l'altra. Ne consegue che le traiettorie dei fronti sono da N/NE, i quali, impattando sulla barriera alpina, generano ampie velature e soprattutto venti di caduta locali. L'aria molto calda pre-esistente, unita all'aria in arrivo non fredda e ai forti effetti favonici genera le bizzarre temperature proposte in figura.
Cartina quasi da annali (cortesia CML): valori massimi (in scala cromata) tipici di maggio-giugno, o -a proposito del titolo- leggermente più freddi della media di... Ferragosto.
Notte esageratamente calda in Val Chiavenna, tipicamente estiva (14°C di minima!!).
Ribadisco ancora una volta il concetto: il singolo episodio (benchè eccezionale) fa parte della variabilità climatica di una zona; è possibile, infatti che una carta simile ci potesse essere anche 1-2 secoli fa. Quello che preoccupa è la frequenza con cui certi episodi accadono. Se un fenomeno simile capita ogni 50-100 anni fa parte dell'eccezione, se capita una volta all'anno della normalità: purtroppo sta vertendo più da quest'ultima, visto che fenomeni analoghi sono successi già nel 2007, 2008, 2011, 2013, 2015, 2016.
Anche se non è ancora finito, Dicembre 2016 sta seguendo le
orme dei suoi predecessori: dal 2011 in poi, infatti, il primo mese invernale
(nonché quello con la media delle giornate più corte) è diventato ben poco
invernale, perlomeno a scala nazionale. Poco importa se c’è stato un modesto
episodio di neve in Pianura (peraltro scioltasi in fretta, visto che era la
classica nevicata da addolcimento), il mese è stato di stampo quasi estivo in quota,
cioè con alte pressioni dominanti fino a latitudini consone -appunto-
all’estate.
L’unica zona dove permane il freddo "vero" è la Pianura
Padana, che riesce addirittura a chiudere le prime due decadi leggermente
sottomedia, grazie alle impressionanti inversioni termiche e alla totale
mancanza di sole.
Nei primi 20 giorni del mese ho registrato 22 ore di sole
(una al giorno in pratica…), con 14 giorni a eliofania zero e 18 giorni con
presenza di nebbia (spessissimo anche nelle ore centrali del giorno). Le
massime, infatti, sono state ben 2°C sotto media (confronto con MI-Linate
71-00), con “soli” due giorni sopra i 10°C e una giornata di ghiaccio (si veda QUI).
La Pianura Padana in genere è un’isola felice, insieme al
Piemonte e alle Alpi Occidentali: qui, grazie al forte cuscinetto freddo
creatosi, la nevicata del 19 dicembre è stata di 5-15 cm in Pianura e 50 cm in
quota. Quest’ultima, unita alle eccezionali nevicate di fine novembre (oltre i
2000 mslm) rende le vette alpine occidentali ricche di neve, l’unica zona
veramente bianca dell’intera…Europa centro-occidentale!
Immagine mascotte di questo dicembre 2016: nebbia, nebbia e ancora nebbia, un po' come il dicembre 2015, ma con anomalie meno marcate in Pianura. Si noti il discreto innevamento delle Alpi occidentali, scarsissimo di quelle Orientali e NULLO in Appennino.
Ciardoney, 2850 mslm (Cortesia Nimbus); unica isola felice
italiana, ottimo il manto nevoso grazie ai peggioramenti del 21-25 novembre e
19-20 dicembre che hanno avuto il fulcro proprio sulle Alpi Piemontesi.
Scenario eloquente di Livigno, a quota 1850 mslm (Cortesia Livigno.eu)
Scenario della Marmolada 3350 mslm (cortesia NeveItalia.it), tipico di maggio e non di dicembre!
Per la cronaca: l'ultima vera ondata di gelo di dicembre risale al 2010, la più forte degli anni 2000 dopo quella del febbraio 2012. In allegato una cartina che pare...appartenere al passato.
Sinottica del 17 dicembre 2010 (Wetterzentrale Kartenarchiv), l'ultima ondata di gelo del mese di dicembre, con la -10 che abbraccia buona parte dell'Italia e la -14 al NE. Altri tempi insomma.
In meteorologia si intende una giornata di ghiaccio quando la temperatura massima non supera mai gli 0°C, neanche in pieno giorno. Questa definizione, però, non fa distinzione se una tale temperatura sia dovuta a inversione termica, effetto albedo o avvezione fredda.
Massime del 18 dicembre 2016 (CML): prima giornata di ghiaccio dal febbraio 2013 per casa mia!
Quanto è comune avere giornate di ghiaccio?
Oggi, 18 dicembre 2016, c’è stata la prima giornata di
ghiaccio nella mia zona (Milano Sud): l’ultima risaliva addirittura al 22
dicembre 2012 (quindi ben quattro anni fa). Ambedue, però, sono state originate
da forti inversioni termiche, non da ingressi freddi di aria polare.
L’ultima giornata di ghiaccio dovuta ad avvezione fredda è
stata il 12 febbraio 2012, oramai quasi cinque anni fa. Da quando prendo i dati
meteorologici di Corsico (ovvero da metà 2008) gli unici episodi di giornata di
ghiaccio causata da avvezione fredda sono stati dicembre 2009, dicembre 2010 e
febbraio 2012, quindi solo 3 negli ultimi 8 anni, a testimonianza del fatto che
sono l’eccezione e non la regola.
Temperature a 850 hPa del giorno 6 febbraio 2012 (Wetterzentrale Kartenarchiv), nel cuore della famosa ondata di gelo di quell'anno, l'ultima ad aver regalato alla Pianura Padana una serie di giornate di ghiaccio per avvezione.
Negli ultimi decenni c’è stato un vistoso
riscaldamento invernale (soprattutto se confrontato agli inverni del 1800, comesi può vedere QUI), essendo decisamente diminuite sia le avvezioni fredde da
E/NE, sia i “minimi sul Rodano”, forieri di nevicate al N/NO.
Ci tengo, però, a precisare il seguente fatto: nonostante il
suddetto riscaldamento, il clima del Nord Italia è di tipo “TEMPERATO-CALDO” (Classificazionedi Koppen, 1918), mentre secondo Pinna è "TEMPERATO SUBCONTINENTALE", non certo gelido o polare, quindi è un ERRORE continuare a inneggiare e sperare che si
ripetano inverni come il 1929 o il 1985: essi sono UN’ASSOLUTA RARITÀ, e vanno
presi come tale. Piuttosto sarebbe opportuno capire i motivi di un
riscaldamento simile nella nostra zona (ma anche nel Pianeta) ed evitare di
continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Lo dice l’IPCC in ogni suo
Rapporto: la colpa è delle attività umane e potrà essere sempre peggio se non
vengono drasticamente tagliate le emissioni di CO2. Inutile sperare in un fantomatico
raffreddamento del Pianeta: o agiamo subito o il riscaldamento sarà sempre più
repentino.
Finalmente, dopo una lunghissima fase stabile, anche il Nord-Ovest si appresta a ricevere un cambio d'aria: una vasta circolazione ciclonica interessa il Mar Mediterraneo, portando un sensibile peggioramento al Centro-Sud. Il NO sarà ai margini, ma ciò non toglie dapprima l'ingresso di aria più fredda da E (gelida in quota, finalmente) e successivamente una risalita di aria umida da S.
Quest'ultima non sarà particolarmente intensa, anzi, lambirà appena le Alpi, mentre porterà nevicate a quote interessanti sull'Appennino.
Di seguito le previsioni:
Domani 18/12/16
Sempre molto freddo in pianura, con nebbie e nubi basse (gelate al mattino laddove ci sarà il sole): zero termico attorno a 1800 m, soleggiato in montagna ma con tendenza ad un aumento della copertura nuvolosa. Temperature ancora leggermente sopra media in quota, molto freddo in Pianura con massime di 1-3°C dove la nebbia sarà persistente.
Lunedì 19/12/16
Ancora tempo nebbioso in pianura al mattino, con tendenza al peggioramento verso sera, in risalita da S. ZT che scende a 1200 m.
Martedì
Ad oggi è la giornata più "Interessante", con un debole peggioramento da S: piogge deboli in Pianura e neve FORSE fino a 500 m nell'Oltrepò. Neve in pianura? La vedo molto difficile, c'è molto freddo nei bassi strati ma al tempo stesso punti di rugiada "troppo alti" per una nevicata al suolo, senza considerare che il peggioramento sarà blando e non certo con rovesci organizzati. Sarà decisamente probabile, invece, la dama bianca oltre i 5-700 m in Appennino al mattino, mentre nel pomeriggio possibile aumento della quota neve. ZT sotto i 1000 m.
Poca neve per le Alpi, discreta imbiancata per l'Appennino Ligure e Tosco-Emiliano oltre i 1000 m.
P.S. quota neve che potrà variare anche REPENTINAMENTE, com'è tipico di questi casi.
Interessante doppia ciclogenesi in quota (cortesia Wetterzentrale): quella a N colpirà in parte il NO, ma -come si può vedere- non è associata ad un ingresso di aria gelida continentale, quindi non sarà sufficiente a portare neve in pianura, mentre lo sarà per colline e montagne.
La domanda che più ci si pone è: ma quando finirà questa situazione anomala?
Sole costante per quasi tutta Italia e nebbie fitte e persistenti in Pianura Padana.
Poche le novità anche per i prossimi giorni: avevo scritto IN QUESTO ARTICOLO un possibile cambiamento a partire dal 18. La possibile depressione in arrivo è confermata ma la sua traiettoria è leggermente inferiore rispetto a quanto detto sopra: le conseguenze saranno circolazione ciclonica al Centro-Sud e Nord-Ovest decisamente ai margini, ma almeno c'è un ingresso di aria fredda da E/NE.
In Pianura Padana ci potrà essere un possibile dissolvimento delle nebbie, per via dell'ingresso suddetto di aria fredda e secca, ma non è assolutamente nulla di eccezionale.
Non escludo minime di -4/-6 per le notti di sabato e domenica, ma in fondo a metà dicembre ci sta.
Domani 15 dicembre
Tempo simile a questi giorni, nebbioso e freddo in pianura, sempre sole in montagna ma con temperature più accettabili: ZT attorno a 1800-2000 mslm.
Temperature per Lombardia-Piemonte
Min: -2/+2 Max: +3/+8
Venerdì 16 dicembre
Ancora tempo simile, ma con ZT in ulteriore calo a 1600-1800 mslm (comunque non ancora del tutto in media).
Temperature senza variazioni, se non in quota un paio di gradi in meno.
Sabato 17 dicembre e tendenza
Ingresso (PROBABILE) da E/NE di Bora, dovuto a una circolazione ciclonica e non ad una avvezione di aria artica continentale. Temperature in calo ovunque nei valori minimi, possibili sottomedia ma nulla di eccezionale. A breve altre conferme.
Suggestiva immagine satellitare che ben rappresenta la nostra situazione meteorologica: neve ancora abbondante oltre i 2000 mslm al Nord-Ovest (grazie alle straordinarie nevicate del 21-25 novembre), scarsissima a Est, nulla in Appennino...! E il consueto mare di nebbia padano...
Nell'articolo precedente ho analizzato il 2016 meteorologico dal
punto di vista termico: adesso lo esamino dal punto di vista pluviometrico.
I dati che prendo sono i miei personali: come ho scritto inquesto articolo, non posso avere (per motivi burocratici e amministrativi di
condominio) una stazione meteo completa ma il pluviometro sì: gli accumuli
mensili sono in linea con quelli delle stazioni a me limitrofe, con una
possibile divergenza nel periodo maggio-settembre, quello cioè dettato da
episodi temporaleschi a scala locale e non regionale.
INVERNO
L’inverno 2016 è divisibile in tre parti: la prima, che ha
coinvolto l’intero mese di dicembre 2015, è stata caratterizzata da
un’incredibile persistenza di figure di alta pressione, determinando il
dicembre più secco degli ultimi 200 anni sul Nord Italia! Gennaio è stato
anch’esso poco clemente dal punto di vista precipitativo al NO, mentre per
fortuna un febbraio ben poco invernale e molto autunnale ha portato le precipitazioni
invernali in media.
Correnti da nord e virga il giorno 19 febbraio.
PRIMAVERA
La seconda stagione del 2016 è stata piuttosto piovosa,
soprattutto grazie all'elevatissima piovosità di maggio che, con ben 223.0 mm,
si colloca secondo tra i mesi di maggio più piovosi dal 2008 a oggi (dietro al
piovosissimo maggio 2010). Marzo e aprile, pur non piovosi, hanno avuto una
buona distribuzione delle piogge, evitando fasi siccitose.
L'ormai famoso evento vorticoso del 23 maggio, ampiamente commentato sul mio sito (QUI il link), una delle tantissime soddisfazioni meteorologiche che mi ha dato il bimestre maggio-giugno.
ESTATE
La stagione calda per eccellenza è stata piuttosto clemente
al NO, con temperature non eccessive (soprattutto per gli anni 2000) e piogge
molto ben distribuite (veramente notevoli in giugno!): in tutti e tre i mesi
non è piovuto al massimo per 8 giorni consecutivi, rendendo così l’estate
piuttosto sopportabile e al tempo stesso mantenendo i prati belli verdi.
Ricordo, però, che il NO è stato un’isola felice, in quanto in diverse aree del
NE e del centro la siccità è stata presente tra luglio e agosto.
Grossa shelf cloud anticipa un vasto nubifragio (ben 47.7 mm in quella sera burrascosa del 27 luglio!). Mi scuso per la foto mossa, ma ero fuori, mi sono precipitato in casa e non ho avuto tempo di calibrare bene la fotocamera (oltretutto ero senza treppiede c'erano forti raffiche temporalesche!).
AUTUNNO
L’ultima stagione del 2016 è partita con uno stampo
assolutamente non autunnale, tipico di un’ondata di calore di luglio: 14 giorni
consecutivi senza una goccia d’acqua, mentre sono stati raccolti appena 71 mm
dal 22 agosto all’8 ottobre. Settembre ha avuto solo due giorni di pioggia (!)
e ben 34 mm sono caduti in un paio d’ore. Per fortuna ottobre e soprattutto
novembre sono stati mesi molto dinamici, con piogge frequenti e non eccessive
(a differenza invece del Piemonte!)
Nebbia molto fitta il 30 ottobre, qui ripresa da me in una strada locale di campagna, a sud di Milano.
Resoconto
L’intero anno ha accumulato 1185.0 mm, un valore
leggermente sopra media ma che comunque rimane lontanissimo dai piovosissimi
2010 e 2014. Due mesi sono stati aridi (dicembre e settembre), mentre
piovosissima è stata la fase da inizio maggio a metà giugno. Ben 396 mm,
infatti, sono caduti in 40 giorni, in un periodo che va dal 9 maggio al 19
giugno, foriero di temporali e
scarsamente interessato da alte pressioni.
In questo mio articolo
analizzo in dettaglio l’anno meteorologico 2016 per l’area milanese
meridionale.
Caratteristiche
principali
Il 2016 è stato un anno caldo, meno rispetto al 2014 e al 2015, ma comunque ben sopra
media (+0.740°C). Tre mesi sono stati eccezionali dal punto di vista termico:
dicembre, aprile e settembre; gli unici due mesi più freddi sono stati maggio e
ottobre, tutti gli altri in media, caldi o abbastanza caldi.
Premetto subito il fatto
che i dati che prendo sono riferiti alla stazione di Corsico, la più vicina a
casa mia. Le anomalie, invece, sono riferite alla media di Linate AM
1971-2000. Ovviamente questa modalità non è scientifica, ma è l'unico modo per
sapere con ragionevole sicurezza se un mese nella mia zona è stato caldo, in
media o freddo. Sottolineo però il fatto che Linate risente meno di nebbie e
inversioni termiche, quindi le sue temperature medie in inverno sono
leggermente superiori (soprattutto nei valori massimi). In altre parole le anomalie
dell'inverno 2015 sarebbero ulteriormente maggiorate se paragonate
correttamente alle medie “reali” mia zona.
Valori termici medi calcolati mese per mese per il basso milanese.
Dicembre
Mese decisamente caldo,
con persistenza eccezionale di figure di alta pressione (come non era mai
successo in 200 anni!): nonostante l’elevatissimo numero di giorni di nebbia
(29 su 31), dicembre ha chiuso a +1.90°C, con assenza quasi totale di gelo
(solo 8 giorni di minime sottozero). Rammento che le anomalie in quota sono
state veramente storiche, anche +5°C su scala mensile!
Gennaio
Mese altalenante, con
debole presenza di atlantico (e qualche fiocco di neve), seguito da una
moderata ondata di freddo con correnti da Nord (nulla di eccezionale!), che ha portato minime
piuttosto rigide (-6.7°C a Corsico, -7.3° a Locate, anche qualche locale
-10°C). Il mese chiude poi con un eccezionale campo di alta pressione
sub-tropicale, che porta lo zero termico a quote veramente straordinarie (3800mslm nei giorni della merla, 14°C di massima con nubi basse, come a inizio
ottobre, mai vista una cosa simile…).
Febbraio
Mese più autunnale che
invernale, numerose le precipitazioni, assente il gelo, chiude uno degli
inverni più anonimi degli ultimi anni (l’ultimo inverno accettabile per la mia
area risale al 2013, mentre l’ultimo inverno “vero”, con nevicate frequenti e
gelo presente, addirittura al 2006).
Marzo
Ciò che non ha fatto in
inverno lo fa in primavera: per le Alpi è il mese più freddo dell’anno e di
gran lunga il più nevoso! Ben due le nevicate a Varese e Torino, dopo un
inverno con un accumulo di…0 cm!! È stato altresì il primo marzo dal 2013 senza
superamento della soglia dei 20°C e con quattro giornate di gelo. Nonostante
tutto, il mese è stato ovunque in media: ciò ci indica che questo marzo 2016
NON è stato anomalo, mentre lo sono stati 2011, 2012, 2014, e 2015!
Aprile
Mese particolare,
nonostante il soleggiamento in media, l’ondata di freddo piuttosto intensa a
fine mese e la mancanza di “caldo precoce” (la massima è stata “solo” di
23.2°C) è stato un mese classificabile come “estremamente caldo”! Come mai?
L’ondata di freddo di fine mese (quasi eccezionale per gli anni 2000, la minima
di 1.4°C a fine aprile è veramente bassa!) non è riuscita a compensare le prime
due decadi, sempre costantemente sopra media (nulla a che vedere col 2011 comunque, si legga il mio report). Insomma guardiamo il dito e non
la luna.
Maggio
Finalmente un mese più
freddo della media! Il primo col segno “-“, frutto dei numerosissimi temporali:
ben 8 le giornate temporalesche, distribuite in 12 giorni di pioggia (mese
-infatti- veramente molto piovoso), soleggiamento sottomedia e assenza totale
di figure bariche africane. Cosa ci vuole per un segno “-“ a livello mensile! P.S. è stato un mese stupendo dal punto di vista dei temporali, infatti ho potuto apprezzare il mio primo TORNADO dal balcone! (QUI il mio report dettaglia di quell'evento)
Giugno
Il primo mese estivo è
stato “piuttosto poco estivo” nella prima parte, con (ancora una volta)
frequenti temporali e cieli coperti. Si è letteralmente ripreso il dovuto con
una terza decade molto calda (prima ondata di calore dell’estate), così intensa
che il mese ha chiuso pure sopra media, dopo le prime due decadi fresche.
Luglio
Il secondo mese estivo è
stato in leggera controtendenza rispetto agli ultimi anni (2014 escluso): poche
incursioni calde, diversi temporali, un ingresso di aria polare marittima molto
fredda (ovviamente per la stagione) e piovosità superiore alla media. Eppure è
stato abbastanza caldo: il motivo? Ancora una volta i break temporaleschi non
hanno compensato le (seppur brevi) ondate di caldo.
Agosto
Mese in perfetta media,
sia termica, sia pluviometrica, nonostante l’andata di caldo sul finire del
mese. Agosto ha chiuso un’estate senza eccessi, a metà strada tra anni ’80 e
2000, ovverosia con brevi ondate di caldo e frequenti ingressi temporaleschi.
Ricordo infatti che l’estate mediterranea NON è sinonimo di savana…!
Settembre
Ciò che non ha fatto in
estate lo fa in autunno: prime due decadi eccezionali, le più calde di sempre
per Milano (altro record degli anni 2000…). I primi 14 giorni sarebbero stato
1.5°C più caldi della media…di luglio! Solo la terza decade, meno calda, ha
permesso al mese di instaurarsi al 3° posto tra i più caldi di sempre al
Nord-Ovest (magra consolazione, terzo su 200 anni!), ma il mese è stato molto
secco: solo 50 mm, infatti, di cui 34 in un paio d’ore…
Ottobre
Mese “d’altri tempi”,
l’unico mese più freddo della media assieme a maggio. Questa volta è stato un
mese dalle anomalie anche piuttosto marcate al NO (-1.5°C sulle Alpi
occidentali), le anomalie più pesanti addiritrura dall’estate 2014. Merito dei
due ingressi da E, evento raro oramai per gli anni 2000: ottobre 2016, infatti,
è stato più di stampo invernale che autunnale. Se gennaio avesse avuto una
configurazione simile…
Novembre
L’ultimo mese dell’anno è
stato, invece, pienamente autunnale, con frequenti piogge, pochissimo sole e
qualche veloce brinata, in linea con il riscaldamento in atto anche in questa stagione. Nulla di anomalo come impostazione, mentre la dinamica
del peggioramento del 21-25 novembre è stata importante: con accumuli di 4-600
mm in 120 ore, è stato il peggioramento più intenso di sempre su alcune aree del
Piemonte (fonte Nimbus)!
Resoconto complessivo:
il 2016 meteorologico ha chiuso con +0.740°C, può sembrare poco, ma in realtà è un'anomalia importante. Certo, è lontano dal 2015 (annus horribilis, con i suoi +1.124°C) ma è come "accontentarsi delle briciole". In definitiva, il 2016 si colloca comunque appieno nell'ambito di RISCALDAMENTO GLOBALE, infatti i mesi caldi sono stati di gran lunga di più rispetto a quelli freddi.
Un robusto campo di alta pressione interessa le aree del Nord-Ovest: l'assoluta stabilità atmosferica regnerà a lungo, determinando diversi giorni di tempo sereno in quota e nebbioso in pianura.
Poche le novità per i prossimi giorni.
8/12/16
Rinforzo dell'alta pressione in quota, tempo stabile e sereno in montagna, nebbie e nubi basse in pianura: clima pienamente invernale ove persisterà la nebbia (gelate-galaverna al mattino, massime sui 3-5°C), mentre le massime potranno toccare i 10-11°C dove sarà presente il sole.
Zero termico a quote molto alte, 3200 m circa.
9/12/16
Tempo simile, nessuna novità in pianura, sempre sole sulle Alpi. ZT nell'intorno di 3300 mslm (tipico della tarda primavera)
10/12/16
Ancora tempo simile, nebbie e freddo invernale in pianura, mite da primavera in montagna. ZT ancora sui 3300 mslm.
Davvero poche le novità per i prossimi giorni per il NO, sempre sotto una vasta campana anticiclonica, perturbazioni e freddo (avvettivo!) ancora lontani.
Bellissima immagine satellitare che dice tutto sulle potenti inversioni termiche. Là sotto la nebbia è inverno, altrove primavera.
Ho citato il tornado di Milano del 23 maggio 2016, il primo evento vorticoso della mia zona da anni a questa parte (QUI il mio reportage).
Esso è nato da un notevole CAPE (2500 J/kg) e LI negativo (-4): cosa vogliono dire queste cifre? Adesso lo scopriamo insieme
Una piccola introduzione circa gli indici di instabilità.
L’atmosfera è
l’insieme dei gas che circonda il nostro pianeta: in particolare, la zona dove
viviamo si chiama troposfera (alta circa 8 km ai poli e 20 km all’equatore), ovvero un fluido caratterizzato da moti turbolenti. È grazie a questi
ultimi (moti convettivi) che si sviluppano celle temporalesche e quindi le
precipitazioni possono arrivare anche in luoghi lontani dalle grandi masse
d’acqua (oceani, mari, ecc.).
Esistono degli
indici meteorologici (chiamati indici di instabilità) che permettono di capire se una giornata è potenzialmente temporalesca:
ribadisco l'avverbio sottolineato, ovverosia NON è una certezza, ma una PROBABILITÀ.
Cumuli mediocri in evoluzione (cortesia di Australian Severe Weather)
Elenco degli indici di instabilità
CAPE (CONVECTIVE AVAILABLE PONTENTIAL ENERGY)
LI (IFTED INDEX)
PW (PRECIPITABLE WATER)
TT (TOTAL TOTALS)
CAPE (CONVECTIVE
AVAILABLE PONTENTIAL ENERGY): è un
indice che evidenzia l'energia totale di galleggiamento acquistata da una massa
d'aria finché arrivi in libera convezione durante l'ascesa, ovvero rimanga più
calda dell'ambiente circostante. I temporali si formano per mezzo dei moti
convettivi dell’atmosfera e, quando una massa d'aria è instabile, la particella
che sale verso l'alto riceve una spinta dovuta dalla differenza di pressione
tra l'aria spostata e l'aria ambiente a maggior quota: maggiore è la spinta,
maggiore è la possibilità di fenomeni temporaleschi.
È interessante notare che i temporali possono formarsi
anche con un CAPE ridotto: quest’ultimo infatti (condizione sufficiente ma non necessaria!) è un buon indice di probabilità
temporalesca, ma non di assoluta assenza di essa. Il CAPE si misura in [J/kg]
< 500
Assenza di temporali
500-1000
Possibilità di sviluppo di celle isolate
1000-2000
Moderata instabilità, possibile formazione di
multicella
2000-3000
Elevata instabilità, formazione di temporali violenti e
anche autorigeneranti, locali supercelle
>3000
Elevatissima instabilità, fenomeni violenti estesi,
possibilità di supercelle HP (alto potenziale)
L'immagine (cortesia di TSwails, Weather Journal) mostra elevatissimi valori di CAPE tra Arkansas, Iowa e South Dakota: proprio in questo stato si sono originate diverse supercelle, come testimonia questo video.
LIFTED INDEX:
è un indice che misura l’instabilità dell’aria della media troposfera, in
particolare verso i 5400-5600 metri, utile a sapere quanto POTENZIALMENTE possa evolvere un temporale (svilupparsi, cioè, nei suoi stadi).
Da notare che un LI positivo indica che la temperatura
circostante la particella è superiore a quella della particella medesima e
quindi è un indice di stabilità atmosferica, mentre un LI negativo è segnale di instabilità (LI è adimensionale).
> 2
Assenza di temporali
Da 0 a 2
Possibilità di sviluppo di celle isolate
Da -2 a 0
Possibilità concreta di genesi temporalesca, anche
multicella
Da -4 a -2
Alta probabilità di fenomeni temporaleschi, localmente
violente
< -4
Elevata instabilità atmosferica, con temporali sparsi
anche violenti, possibili supercelle
L'immagine (cortesia del National Weather Service statunitense) mostra gli elevati valori di Lifted Index, che originarono un Outbreak tornadico in data 31/5/1985.
PRECIPITABLE WATER: è un parametro che indica la quantità di
umidità presente in atmosfera. Se tutta la quantità di vapor acqueo presente in
una colonna d’aria precipitasse al suolo, il suo valore in mm sarebbe il PW. È
ovvio che il PW è sempre maggiore della precipitazione effettiva, però esso è
un dato molto rilevante e utilizzato in più ambiti. Poihcè è un indice assai usato negli Stati Uniti, lscale di valori sono in
pollici [1 inch (pollice) = 25,4 mm].
< 0.50
Quantità di vapor acqueo molto bassa
0.50-1.25
Quantità di vapor acqueo bassa
1.25-1.75
Quantità di vapor acqueo media
1.75-2.00
Quantità di vapor acqueo alta
> 2.00
Quantità di vapor acqueo molto alta
Ambiti di utilizzo del PW
1)Rischio
di alluvione: è abbastanza logico pensare che vaste aree con PW elevati possano
presentare rischi di alluvioni, anche estese. Solitamente valori di 2.00-3.00
inch locali possono recare alluvioni lampo, con violentissime precipitazioni a
scala locale.
In autunno la differenza tra
gli altostrati e i nembostrati la fa anche il PW (in altri termini, la
differenza tra pioggia copiosa e pioviggine intermittente)
2)Grandine:
un elevato PW tende a ridurre il volume del chicco; le supercelle classiche
spesso sono maggior produttrici di grandine rispetto alle HP.
3)Fulmini:
come è noto, l’acqua è un ottimo conduttore, perciò statisticamente temporali
con alto PW sono buoni generatori di fulmini.
Mappa del PW mondiale relativo al maggio 2009 (qui in mm, cortesia della NASA): è logico che da solo il PW non dice molto sullo sviluppo del temporale, in quando ad alti valori di PW deve per forza essere associato un ELEVATO GRADIENTE TERMICO VERTICALE, altrimenti non si instaurano i moti convettivi.
TOTAL TOTALS INDEX:
è un indice usato per quantificare la probabilità di fenomeni violenti.
Lo si ricava tramite la formula:
TT =
VT + CT = (T850 - T500) + (Td850 - T500)
VT (Vertical Totals) è la differenza tra la temperatura a
850 hPa e quella a 500 hPa: CT (Cross Totals) la differenza tra il punto di
rugiada a 850 hPa e la temperatura
effettiva a 500 hPa.
Possibilità di multicella: locali fenomeni violenti
53-56
Alta probabilità di temporali a multicella: possibili
supercelle
> 56
Elevatissima instabilità atmosferica, alta possibilità
di supercelle
La mappa (cortesia Unisys) mostra l'indice TT per gli Stati Uniti (è un altro indice utilizzato perlopiù in America).
Resoconti finali
Gli indici di instabilità servono a capire SE una giornata sia potenzialmente instabile o meno. In generale, non sono considerati come indici di previsione, poichè non dicono nè se nè dove nè tantomeno l'ora di inizio di un (probabile) temporale, pertanto non vanno presi come certezze. Certo, non vanno sottovalutati, poichè se ci sono valori di CAPE e/o LI molto alti sussiste un rischio altissimo di fenomeni intensi.
Ringraziamenti
Per stendere questo resoconto ho preso spunto da un altro mio vecchio articolo scritto per il sito www.centrometeo.com, che ringrazio per la disponibilità che mi ha dato nel collaborare con loro.
Infine desidero ringraziare il meteorologo JEFF HABY, autore del suo sito http://www.theweatherprediction.com/, inesauribile fonte di sapere meteorologico.