Il giorno 30 settembre s’è concluso l’anno idrologico 2017:
ricordo che, dal punto di vista temporale, si intende il periodo che va dal 1°
ottobre fino al 30 settembre dell’anno successivo, proprio perché si tende a
far iniziare quando ci sono (o ci dovrebbero!) essere grandi piogge e si
conclude con la fine del periodo di ablazione dei ghiacciai.
Paesaggio a cui siamo sempre più abituati in estate (e che forse vivremo ancora di più in futuro): foto riferita alla Sardegna, giugno 2017 (cortesia AmbienteInforma SNPA)
Tutti noi ci siamo accorti della severa siccità occorsa
nell’estate 2017, la quale, a parte locali eccezioni alpine, ha interessato
tutto lo Stivale, con conseguenze serie su colture e aridità dei terreni. Pochi,
però, ricordano che il vero problema di quest’anno non è stata l’estate, o
meglio non è stato l’unico problema. La siccità del 2017 non è nata affatto in
estate, bensì in inverno. Lo scorso inverno, infatti, c’è stata una gravissima
penuria d’acqua, che è arrivata a un impressionante -95% su DUE MESI (dicembre
e gennaio) su vastissime aree italiane, soprattutto del Nord Ovest. La
primavera è stata anch’essa piuttosto siccitosa e soprattutto estremamente
soleggiata: queste due caratteristiche hanno inciso tantissimo già sulla
disponibilità idrica. Se poi ci mettiamo la seconda estate più calda di sempre
a livello italiano…ecco che la frittata è fatta!
Precipitazione cumulata nell'anno idrologico 2017 (estremamente arido) in relazione al 2009 (estremamente piovoso) per un'area comprendente parte delle province di Parma e Piacenza (cortesia ArpaEMR): 467 mm caduti nell'area in questione contro gli 853 della media. Stiamo parlando di 386 mm di deficit su un anno: è un valore enorme? Seguitemi nel mio ragionamento: se prendiamo un deficit analogo su un'area grande come l'Emilia Romagna (22453 km2) e 1 mm equivale a 1 l/m2 (un litro su metro quadro, purtroppo questo sito non ha notazione scientifica), il deficit idrico della regione è di 22453 * 10^6 * 386 = 8.7 * 10^12, ovvero sono mancati circa NOVE MILA MILIARDI DI LITRI DI ACQUA: decidete voi l'aggettivo giusto).
Inoltre l’anno idrologico 2017 è stato il terzo consecutivo
senza abbondanza di precipitazioni; 2015 e 2016 infatti erano stati leggermente
sotto media, mentre quest’ultimo è stato estremamente secco.
Una considerazione importante: in riferimento alle regioni
settentrionali, stiamo vivendo un cambiamento del regime precipitativo, con un
mese estremamente piovoso alternato a tanti mesi altrettanto secchi. L’esempio
dell’anno 2017 idrologico è lampante: ottobre e soprattutto novembre 2016
piovosissimi, dicembre e gennaio aridi, primavera secchissima con quasi tutte
le piogge concentrate in 20 giorni a cavallo di aprile e maggio, estate arida
con rapidi impulsi ricchi di nubifragi, settembre di nuovo piovosissimo (anche
se non per tutti): un clima così era tipico del meridione qualche decennio fa e
ora fa parte anche del settentrione, un migliaio di km più a nord. Chi ha
orecchie per intendere intenda.
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