Questo weekend sono stato in Zona Laghi a documentare la
drammatica situazione degli incendi. Un compito che non avrei mai voluto vedere
e che stupisce ancor di più se pensiamo che dovremmo essere nel periodo più
piovoso dell’anno.
Le foto sono state scattate da me in data 29 ottobre tra i comuni di Azzate, Albizzate, Bodio, Galliate Lombardo e Cazzago Brabbia.
Un paio di considerazioni.
La prima è di natura climatica: è vero che non è la prima siccità presente in territorio italiano, né l’unica dell’autunno, ma è altresì vero che difficilmente si può far peggio del 2017 in termini di disponibilità di acqua da nord a sud. Un’annata veramente nera che continua a far parlare di sé, dopo un inverno secco, la terza primavera più secca di sempre, un’estate rovente e un mese di ottobre da annali per la secchezza (con davvero pochi eguali nella storia del clima italiano): dovesse fare un inverno piovoso i danni sarebbero comunque notevoli anche nel 2018. Viceversa, se dovesse prolungare questo status anche nell’inverno sarà un grosso problema la disponibilità idrica nell’estate 2018, visto l’inequivocabile trend termico del nostro semestre estivo.
La prima è di natura climatica: è vero che non è la prima siccità presente in territorio italiano, né l’unica dell’autunno, ma è altresì vero che difficilmente si può far peggio del 2017 in termini di disponibilità di acqua da nord a sud. Un’annata veramente nera che continua a far parlare di sé, dopo un inverno secco, la terza primavera più secca di sempre, un’estate rovente e un mese di ottobre da annali per la secchezza (con davvero pochi eguali nella storia del clima italiano): dovesse fare un inverno piovoso i danni sarebbero comunque notevoli anche nel 2018. Viceversa, se dovesse prolungare questo status anche nell’inverno sarà un grosso problema la disponibilità idrica nell’estate 2018, visto l’inequivocabile trend termico del nostro semestre estivo.
La seconda considerazione è politico-economica. Ma vogliamo
fare sta benedetta prevenzione? Lo so, sono un provocatore, ma anziché buttare
soldi pubblici in mille cose inutili (grandi infrastrutture dubbie, opere
incompiute, nuovi centro commerciali, sprechi di denaro ecc.), potremmo incentivare la prevenzione, a cominciare dalle scuole, agli enti locali e
provinciali. Come? Ecco alcuni esempi: investire su manutenzione boschi,
promuovere opere di conservazione dell’acqua (queste sì utili!) che permettano
di mantenere riserve idriche per anni infausti come questo, investire su impianti idrici efficienti, aumentare sensibilmente stipendi
e forniture delle forze di pubblica sicurezza, tutelare di più parchi e boschi, inasprire
pesantemente le pene per chi provoca incendi dolosi (anni di galera e costo di risanamento a
carico del criminale).
La politica e le amministrazioni DEVONO pensarci,
anziché rimpallarsi spesso le colpe come sovente accade.
Un grazie sentito va a chi rischia costantemente la vita,
alle forze dell’ordine, ai volontari e a tutti quelli che sono riusciti in
tempo a fermare il nuovo divampare di incendi (ricordo che il Centro Geofisico
Prealpino rischiava di essere coinvolto).
Cosa possiamo fare tutti nel nostro piccolo? Piantare un albero, io l’ho già fatto diverse volte, non costa nulla ed è un piccolo modo
per contribuire a dare nuova vita.
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