lunedì 24 ottobre 2016

COS'È UN ANTICICLONE, COME SI FORMA E QUALI TIPI DI ANTICICLONE ESISTONO?


Spesso si sente parlare in meteorologia del concetto di anticiclone: di cosa si tratta? Un anticiclone è una struttura barica dove le isobare hanno valori crescenti via via che si passa dalla periferia verso la parte interna, in cui la pressione raggiunge il valore massimo, ovvero sono zone di alta pressione (più alta della media al livello del mare, che si aggira attorno ai 1012 hPa alle nostre latitudini).
Dentro gli anticicloni i venti soffiano in senso orario nell’emisfero nordantiorario in quello sud, fatto dovuto alla presenza della forza di Coriolis: la forza centrifuga (forza apparente) e quella di Coriolis sono risultato del fatto che la Terra è un sistema di riferimento non inerziale.
A differenza dei cicloni (zone di bassa pressione) le isobare sono molto più distanziate e pertanto l’intensità del vento è assai minore.

A seconda dei fattori dinamici che hanno portato alla loro formazione, gli anticicloni vengono classificatinella seguente maniera:

      a)      PERMANENTI: sono quelli che stazionano permanentemente attorno a 30° di latitudine (per questo vengono anche chiamati “sub-tropicali”).

      b)      OROGRAFICI: si generano sul lato sottovento di una catena montuosa in presenza di venti trasversali rispetto alla barriera orografica.

      c)      MOBILI: sono quelli che transitano temporaneamente dopo una famiglia di fronti (per tal motivo sono anche chiamati “di chiusura”).

È possibile eseguire un’ulteriore suddivisione in anticicloni caldi e freddi:

I) CALDI: l’aria della parte centrale è più calda delle aree circostanti e in questo caso la struttura barica conserva la propria circolazione anticiclonica anche nell’alta troposfera. La più lenta diminuzione della pressione con la quota nelle aree dove l’aria è maggiormente calda, in virtù della relazione ipsometrica (si veda la formula sotto), rinforza l’alta pressione man mano che si sale di quota e quindi si rilevano alte pressioni sia al suolo sia in quota (questo tipo di anticicloni arrivano a 11-12 km).


Formula 1.1, relazione ipsometrica: p2 e p1 sono due strati dell’atmosfera, g è l’accelerazione di gravità,Tv è la temperatura virtuale, Rd = 287 J kg-1 K-1 è la costante dei gas riferita a un volume di aria secca, z2-z1 è lo spessore dello strato in esame (thickness)

II) FREDDI: l’aria della parte centrale è più fredda delle aree circostanti e in questo caso la struttura barica varia tra suolo e quota. La più rapida diminuzione della pressione con la quota nelle aree dove l’aria è maggiormente fredda provoca un indebolimento della pressione al crescere della quota e questo fa sì che al suolo sia presente una componente anticiclonica e in quota (oltre 3-4000 m) una ciclonica. Questi anticicloni sono anche detti termici, in quanto la presenza dell’alta pressione al suolo è determinata dalla presenza di aria fredda, quindi più pesante, nella colonna d’aria.
All’interno degli anticicloni vi è una lenta discesa d’aria da una quota di 100-300 hPa fino agli strati prossimi al suolo, ovvero 800-1000 hPa: in questa discesa da pressione minore a pressione maggiore, l’aria viene compressa adiabaticamente e di conseguenza riscaldata. Questo fenomeno si chiama “subsidenza” ed è il motivo per cui gli anticicloni hanno un nucleo centrale più caldo rispetto alle aree adiacenti
Tale riscaldamento ha due effetti: 1) allontana l’aria dalla saturazione, perché -a parità di contenuto di vapor d’acqua- una massa d’aria riscaldata ha una UR minore e pertanto è più lontana dal punto di saturazione (quindi al loro interno c'è aria secca); 2) per il motivo riportato sopra il riscaldamento fa evaporare le goccioline di eventuale nubi in quota, pertanto in forti regimi anticiclonici la nascita di corpi nuvolosi è inibita (in altre parole non ci sono nuvole)




La figura mostra la pressione media al livello del mare e venti superficiali a livello planetario su scala cromatica (cortesia di http://geog.uoregon.edu/).



La figura mostra schematicamente un'area anticiclonica e una ciclonica (cortesia: http://easymeteo.italiaforum.net/t609-gli-anticicloni-1-parte)

FONTI UTILIZZATE
1) Tesi di Laurea Magistrale di D. Santini
2) Giuliacci et. al (2003)
3) geog.uoregon.edu (Dipartimento di Geografia dell'Università dell'Oregon)
4) Forum di EasyMeteo

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